Leo's Vitruvian Man revised (by sciencemug) |
L'essere
umano ricava le informazioni necessarie per identificare lo stato
d'animo dei suoi simili leggendo il loro linguaggio corporeo e non
interpretandone l'espressione facciale.
Un
recente studio dimostra infatti che gli esseri umani riescono a
capire il tipo di emozione intensa provata da una persona - ad
esempio gioia, tristezza, piacere o dolore - guardando foto del solo
corpo della persona soggetta all'emozione, ma non guardando foto del
viso isolato dal corpo.
Lo
studio è stato fatto da un gruppo internazionale di psicologi ed è
di recente apparso sul giornale scientifico Science.
Summary
in Eng?ish at the end of the post.
Scena:
sciencemug è appoggiato ai fornelli, sembra stia facendo uno sforzo
titanico per non collassare sulla moka da sei appena messa sul fuoco.
È in pigiama, scalzo, ai piedi calzini di colore diverso, la barba
incolta, sotto gli occhi due occhiaie come due melanzane mature e un
poco sconce e un bruciore di stomaco raccapricciante accompagnato da
un alito pestilenziale risultato di 72 ore consecutive di abbuffata
cataclismatica a base di salatini arachidi tostate e pizze con
acciughe e peperoni.
Entra
PiPs col solito sorriso un po' ebete un po' gentile.
PiPs-
Buongiorno capo!
sciencemug-
Ghnmm...
P-
Dì un po' capo, com'è andata poi la finale di curling di giovedì*?
SM-
Ggghhnnnmmmm...
P-
Mi spiace capo. So quanto ci tenevi.
SM
grugnisce ancora, beve direttamente dalla moka in un unico lungo
sorso il bidone di caffè che si è appena preparato e va a farsi una
lunga, lunga, lunga doccia...
SM-
Oh allora Pips, oggi parliamo di facce, corpi ed emozioni ok?
P-
Ok boss!
SM-
Hai letto l'articolo di cui parliamo?
P-
Sì, boss!
SM-
Capito?
P-
No, boss!
SM-
Bene, tutto regolare insomma. Direi che possiamo iniziare.
P-
Vai boss!
SM-
Allora, ci sono un Americano, un Olandese e un Israeliano...
P-
Hahaha, la so, boss, la so...
SM-
La sai che cosa?
P-
La barzelletta, boss, la so. È quella che finisce con l'Olandese che
dice: “... e allora questo zoccolo di chi è?” Hahahahahaha,
bellissima boss, bellissima...
SM-
Ma che cosa stai blaterando, razza di deficiente targato “1AM11D107”!
L'Americano Alviezer, l'Olandese Todorov e l'Isrealiano Trope [NdB:
sciencemug non conosce le effettive nazionalità dei tre suddetti
scienziati, quindi la frase precedente va letta come:
'Americano=quello che lavora in America; Olandese=quello che lavora
in Olanda e Israeliano=quello che lavora in Israele'] non sono i
personaggi di una barzelletta, sono i tre psicologi autori
dell'articolo che stiamo raccontando.
PiPs
smette di ridere con la stessa subitanea reazione di un bambino a cui
una dopo l'altra cadono a terra tutte e tre le palline del gelato
comprato con gli ultimi soldi della mancia della nonna - “e non te
ne aspettare altri fino a Natale neh!” - in un afoso primo
pomeriggio di agosto.
P-
Scusa capo... - dice
mogio e mortificato.
SM-
Vabbè dai, PiPs, dopo me la racconti la barzelletta. Comunque, torniamo al paper.
Alviezer e gli altri due baldi internazionali della psicologia sanno
che molti studi scientifici mostrano l'esistenza di aree del cervello
umano attivate sia da emozioni positive che da emozioni negative
(1;2).
Gli psikos sanno, ad esempio, che c'è una notevole comunanza di
circuiti neurali che elaborano piacere e dolore.
W-
Vero, infatti neurotrasmettitori come dopamina e oppioidi naturali
(eg endorfine) sono coinvolti nel processamento sia del dolore che
del piacere (3)...
SM-
Ma bravo PiPs, che commento! Devo dire che a volte sai proprio
sorprendermi piacevolmente...
P-
Guarda capo che io non ho detto niente, è stata quella pettegola di
Wikipedia che come sempre vuol fare la sapientina a tutti i costi...
W-
Buhahahaha, non mi zittirete mai... buhahahahah...
SM-
Accidenti però, che tonalità baritonale ha la nostra miss Wiki-P
(che tra l'altro non ha parlato con una delle sue voci, ma con quella
di un articolo di Nature Reviews Neuroscience). Comunque, PiPs, bando alle straciance e
continuiamo col racconto.
P-
Ok boss! I tre strizzaneuroni dicono, in sostanza, che ci sono
evidenze scientifiche circa l'esistenza di meccanismi sovrapposti che
sovrintendono, mediano e controllano l'insorgenza e la manifestazione
delle emozioni positive e negative.
SM-
Esatto. I nostri rampanti Alviezer e colleghi decidono allora di
capire se, in virtù della suddetta sovrapposizione, diventino
indistinguibili le espressioni facciali degli esseri umani che
provano intense emozioni di tipo diverso.
P-
Per verificare le loro ipotesi gli impavidi psicologi fanno allora
una serie di quattro esperimenti su studenti** universitari, maschi e
femmine, di età compresa tra i 18 e i 22 anni. Certo che, oh, boss,
che cosa non farebbero oggi gli studenti per ingraziarsi i prof...
SM-
Eh, che vuoi PiPs, non bastano più le mele.
P-
Mah, boss, mi sa che più che non bastare più le mele non bastano
più i soldi per comprare le mele, visto quello che costano la frutta
e le tasse universitarie...
SM-
Eeeh mi sa che per una volta hai ragione, mio sagace PiPs. Ma
torniamo all'articolo, va'. I ricercatori, nei loro esperimenti,
fanno analizzare alle loro cavie studentesche espressioni facciali
reali, non recitate da attori cioè, e fatte da persone in episodi di
vita vera: la vittoria o la sconfitta in una finale di tennis di un
torneo importante, il raggiungimento dell'orgasmo e il farsi il
pearcing al capezzolo.
P-
Aaaghh che dolore...
SM-
?
P-
Sono empatico boss, empatico...
SM-
PiPs, sei un post, non hai i capezzoli, accontentati di avere pollice opponibile e ascelle.
P-
Che vuoi che ti dica boss, sono taaanto empatico...
SM-
Già, come no, PiPs il Betazoide3*...
continua dai...
P-
Allora, i nostri strizzaneurons scelgono di studiare le espressioni
facciali nel momento in cui l'emozione intensa che le produce
raggiunge il picco, nel caso della partita di tennis, ad esempio,
appena viene segnato o subito il match-point.
SM-
La banda strizzasinapsi di Alviezer pensa infatti che, durante i
picchi di emozioni intense, le razioni umane si sovrappongano
producendo espressioni facciali equivoche (nondiagnostic)
cioè non riconducibili in modo univoco alla specifica emozione che le
ha prodotte. I ricercatori, inoltre, pensano che sia il linguaggio
corporeo (body
context)
a fornire informazioni inequivocabili sullo stato emozionale delle
persone quando le loro facce sono non-diagnostiche.
P-
Il primo esperimento fatto sugli studenti, infatti, mira a provare
proprio questo. I ricercatori psicologici internazionali chiedono a
45 giovin virgulti di visionare 176 immagini di persone fotografate quando raggiungono
picchi emotivi. Le immagini sono foto di giocatori e giocatrici di
tennis4*
che vincono o perdono una partita. Chissà come se le sono
procurate...
SM-
Con metodi di ricerca altamente tecnologici degni dei film di
fantascienza.
P-
Ah sì?
SM-
Come no! Han googolizzato (selezionando immagini) “reacting
to winning a point”
(o “reacting
to losing a point”)
AND “tennis”...
P-
Hihihi...
SM-
Che c'è, che hai da ridere adesso?
P-
No, boss, è che stavo pensando che
se non han settato il filtro di
sicurezza al massimo son sicuro che nei risultati della loro ricerca
si son trovati delle immagini che col tennis non c'entravano che di
striscio hihihi...
SM
sorride
condiscendente e continua
-
I soggetti dell'esperimento guardano immagini che mostrano o visi
isolati ('Vi'),
o corpi isolati ('Ci') o visi con relativi corpi ('V+C'). Il compito
delle cavie studentesche è quello di valutare la
positività/negatività (affective
valence)
e l'intensità dell'emozione trasmessa dall'immagine che guardano.
P-
Gli studenti assegnano a ogni immagine visionata due voti che vanno
da 1 a 9: '1' indica che l'espressione osservata nella foto rivela
un'emozione del tutto negativa o con un'intensità minima, mentre '9'
indica che l'espressione osservata nella foto rivela un'emozione del
tutto positiva o con un'intensità elevata. '5' è un voto neutro.
SM-
Gli studenti cavia valutano in modo corretto l'intensità con tutti i
tipi di foto, ma non fanno altrettanto quando si tratta di valutarne
la positività/negatività, l'affective
valence.
L'esperimento,
insomma, dimostra la correttezza della previsione dei ricercatori
circa la 'non-diagnosticità' delle facce isolate e l'importanza del
body
context.
P-
Le cavie universitarie, infatti, non sono in grado di distinguere tra
espressioni positive (vittoria) e negative (sconfitta) quando
guardano le foto dei visi isolati. La distinzione, invece, riesce
quando i soggetti guardano le foto dei corpi isolati e dei corpi con
relativi visi.
SM-
In parole povere tutti gli studenti danno voti molto sotto il 5
(negativi) alle foto 'Vi' sia di tennisti che vincono che di tennisti
che perdono. Al contrario, tutti gli studenti assegnano correttamente
voti negativi a foto 'Ci' e 'V+C' di tennisti che perdono e voti
positivi a foto 'Ci' e 'V+C' di tennisti vincenti.
P-
Nonostante l'esperimento abbia dimostrato che le facce sono
nondiagnostic,
però,
il 53.3% degli studenti cavia sostiene di aver usato la faccia nel
valutare correttamente le immagini.
Faccia isolata dal corpo (by sciencemug) |
SM-
I nostri strizzateste, poi, reclutano altri 20 studenti a cui
descrivono l'esperimento appena fatto sui loro colleghi e il tipo di
immagini impiegate (visi isolati, corpi isolati, visi con relativi
corpi) senza però mostrarle loro.
P-
I ricercatori chiedono poi ai 20 di dire che cosa avrebbero usato per
valutare l'affective
valence
delle
immagini. L'80% dei nuovi soggetti risponde che la parte più
informativa sarebbe stata la faccia delle persone, il 20% risponde
che sarebbero state la faccia e il corpo assieme. Nessuno dei
soggetti ritiene, quindi, che il corpo isolato potrebbe fornire le
informazioni necessarie alla particolare valutazione richiesta
dall'esperimento.
SM-
I tre psicologi chiamano questo fenomeno “illusory
facial affect”,
cioè la convinzione errata di 'leggere' solo il viso - di fatto non
informativo – delle persone e non considerare affatto il corpo - di
fatto informativo – nelle valutazioni di tipo
'positività/negatività'.
PiPs
a
questo punto
s'incanta
all'improvviso come fulminato da un pensiero-
Boss...
SM-
Dimmi PiPs...
P-
Ma noi ce l'abbiamo oppure no un corpo informativo?
SM-
Perché vuoi saperlo PiPs?
P-
Per capire se devo iniziare ad andare in palestra per evitare la
pancetta informativa che sforma e quindi informa che il post ormai ha
raggiunto la mezz'età...
SM-
A parte il fatto, razza di mentecatto sovrapparole, che sei nato a
ottobre e quindi a meno che io non muoia entro i prossimi 2 mesi tu
non sei decisamente un post di mezz'età... -
“Meno
male - pensa PiPs sollevato - non ho proprio voglia di fare gli
addominali che poi mi fa male la schiena”
SM-
… fossi in te non mi domanderei se ho un corpo... -
P-
A no?
SM-
No PiPs, fossi in te io mi domanderei invece quanto tempo passerà
ancora prima che il mio capo perda definitivamente la pazienza, mi
cancelli dalla cronologia e mi sostituisca con il primo twitt che
pesca nella rete...
P-
Anche uno con meno di 140 caratteri e un ashtag
non legato alla scienza?
SM-
Anche uno di mezzo carattere e con #belieber.
P-
I ricercatori – dice
PiPs dopo essersi nervosamente schiarito la gola
– una volta definito il concetto di “illusory
facial affect”
fanno un secondo esperimento per indagare ancora circa l'effettivo
peso informativo del linguaggio corporeo
nelle
valutazioni di affective
valence.
SM-
Per il nuovo esperimento il club degli psikos recluta altri 15
studenti. I ricercatori selezionano 20 immagini tra le 176 usate nel
primo esperimento: 10 foto di tennisti vittoriosi e 10 di tennisti
sconfitti. Poi Alviezer
e colleghi
manipolano le 20 immagini di partenza ottenendo altre 20 immagini,
questa volta alterate. Gli strizzaneuroni, infatti, tagliano i visi
dei 10 tennisti vincenti e li applicano ai corpi dei 10 tennisti
sconfitti e tagliano i visi dei 10 tennisti sconfitti per poi
sovrapporli ai corpi dei 10 tennisti vincenti.
P-
Hahahaha capo...
SM-
Che c'è ancora PiPs?
P-
Hai dato i numeri hahahahaha...
SM-
Mezzo carattere e #belieber PiPs...
P-
I ricercatori poi mischiano le 20 foto originali e le 20 manipolate
con altre 160 foto in modo che gli studenti non si accorgano delle
alterazioni e del fatto che le stesse facce appaiono su corpi
diversi.
SM-
Di nuovo le cavie studentesche devono assegnare un voto da 1 a 9 per
valutare l'affective
valence delle
immagini visionate. I risultati del nuovo esperimento confermano che
è il corpo a influenzare il voto dato alla foto, non il viso.
P-
Quando, infatti, una faccia perdente è sovrapposta a un corpo
vincente il voto assegnato all'immagine è molto positivo (sopra il
5), mentre il voto diventa negativo quando una faccia vincente è
sovrapposta a un corpo perdente.
Faccia su corpo vincente (by sciencemug) |
Stessa faccia su corpo perdente (by sciencemug) |
SM-
Il secondo esperimento mostra, insomma, che il linguaggio
del corpo,
e non l'espressione della faccia, è decisivo per la valutazione
dell'affective
valence delle
espressioni
emotive di persone che vivono il momento di picco di un'intensa
emozione.
P-
Per verificare la 'non-diagnosticità' delle facce in contesti emotivi
più ampli (non limitati cioè alla sola gioia da vittoria) la gang
psicologico-sperimentale di Alviezer
fa un terzo esperimento. Raccatta i soliti studentelli, 23 questa
volta, e prepara 72 immagini. E sta tranquillo capo stavolta i
numeri li do io... - chiosa
PiPs tutto serio
batterellandosi
il pollice opponibile su quello che potrebbe essere il petto ma in
realtà non è. -
SM-
Uh, sai che novità...
P-
Cosa?
SM-
Niente niente, parlavo tra me e me. Continua pure PiPs.
PiPs
sorride
compiaciuto come farebbe un cane al quale abbiano appena dato una
pacca affettuosa ma distratta sulla testa, se un cane sapesse
sorridere –
Si tratta di 6 gruppi da 12 immagini ciascuno.
SM-
Bravo PiPs, hai dato bene i numeri. Adesso continuo io. Ogni gruppo
di foto ritrae persone nel momento di picco di una specifica emozione
causata da un particolare evento. Le foto di persone in situazioni con
una affective
valence
positiva ritraggono la gioia di vedere la propria casa dopo una
fantastica ristrutturazione, il piacere di un orgasmo, la vittoria di
una partita di tennis. Le foto, invece, con una affective
valence
negativa ritraggono persone che perdono una partita di tennis, che
sono tristi a un funerale, che sentono dolore per un pearcing al
capezzolo.
P-
Mi domando, capo, come gli strizzateste si siano procurati le
immagini giuste...
SM-
Non hai letto i Supplementary Materials dell'articolo PiPs?
P-
I che?
SM-
Lascia perdere. Allora, le immagini delle partite di tennis gli
psikos di Alviezer
le prendono nel modo che abbiam detto prima, SanGoogle dal Web. Le
immagini delle case ristrutturate le estrapolano dai video di varie
puntate dal programma televisivo 'Extreme makeover: home edition' in
cui un gruppo architetti pazzi e arredatori ancora più fuori di
zucca va da famiglie con problemi economici e trasforma la loro
catapecchia pericolante in una casa da urlo nel giro di una
settimana.
P-
E le immagini taggate dolore e piacere?
SM-
I ricercatori ricavano le immagini delle persone che si fanno il
piercing da video che trovano su Youtube e le immagini del piacere
sessuale le prendono da video di un sito i cui iscritti caricano
filmati nei quali si riprendono mentre hanno un orgasmo. Il sito si
chiama 'beautifulagony.com' e i suoi video sono ritenuti veritieri
dalla comunità scientifica (ie gli orgasmi ripresi sono autentici e
non recitati e se ti azzardi a fare anche solo un accenno di battuta
insulsa da 3a elementare ti cancello seduta stante).
P-
Cosa dici capo? Scusa ma dopo che hai menzionato di nuovo il piercing
mi è venuto un male allucinante al mio capezzolo fantasma destro e
non ho più capito niente...
SM-
Ancora l'empatia canaglia eh?
P-
Uh-uh...
SM-
Allora continuiamo a parlare del terzo esperimento, così magari ti
distrai e ti passa il dolore ai particolari anatomici fantasma. Ma
prima la pubblicità!
Pubblicità Pregresso (by sciencemug)
SM-
I nostri amici strizzacervello per la prima parte del loro terzo e
penultimo esperimento raccolgono 72 immagini di persone che provano
gioia, tristezza, esaltazione nella vittoria, delusione nella
sconfitta, piacere e dolore fisico. Da queste foto vengono poi
isolati i visi delle persone e i visi isolati sono alla fine mostrati
a 23 studenti che devono valutarne l'affective
valence
con il solito voto da '1' (molto negativo) a '9' (molto positivo)
passando per il '5' voto neutro.
P-
Bene, i ricercatori osservano che tutte le facce, senza eccezione,
ricevono voti inferiori al 5 (quindi affective
valence
negativa) e addirittura le facce di persone che provano emozioni
positive ricevono una votazione in media più negativa di quelle che
provano emozioni negative. Insomma il risultato di questa parte di
esperimento prova che i visi isolati sono nondiagnostic
durante i picchi di ogni tipo di emozione intensa.
SM-
Poi i simpatici psikos internazionali guidati da Alviezer
finiscono il loro penultimo esperimento reclutando altri 10 studenti
e facendo vedere loro 32 immagini frutto di manipolazione delle foto
già usate nella prima parte dell'esperimento.
P-
I ricercatori sovrappongono le facce di chi prova gioia, tristezza,
piacere e dolore ai corpi di tennisti nel momento in cui vincono una
partita (corpi con affective
valence
positiva) e ai corpi di tennisti nel momento in cui perdono una
partita (corpi con affective
valence
negativa). E, come si suol dire, i tre ricercatori della psiche poi
vedono l'effetto che fa, come dice la canzone...
SM-
E l'effetto è quello atteso. È sempre e solo il body
context
a determinare se il voto assegnato all'immagine manipolata è sopra o
sotto il 5. In parole povere un corpo vincente riceve un voto
superiore al 5 sia che gli si attacchino sopra facce gioiose e
compiaciute sia che gli si appiccichino su facce tristi e doloranti.
Viceversa un corpo perdente riceve sempre voti sotto il 5 qualsiasi
sia la testa che gli viene messa sul collo.
P-
Insomma corpo batte faccia 3 a zero...
SM-
Quattro a zero PiPs, perché anche il quarto e ultimo esperimento
imbastito dai nostri indomabili psicologi dimostra quanto detto
finora.
P-
Questo boss proprio non me lo ricordo, sorry...
SM-
Fa niente PiPs. In breve i ricercatori reclutano altre 5 cavie
universitarie e fanno loro vedere le immagini dell'esperimento 2 (le
40 manipolate e le 160 usate come riempitivo) e chiedono loro di fare
da 'posers',
di imitare cioè l'espressione delle facce che vedono nelle 40 foto
manipolate (che gli studenti non sanno essere alterate).
P-
E poi?
SM-
E poi ad altri 14 studenti viene chiesto di osservare le 200 immagini
frutto dell'attività dei 5 'posers'
(40 foto per ciascuno dei 5 'posers'). Alle 14 cavie viene detto che
le foto che devono guardare ritraggono visi di persone che reagiscono
a una vittoria o a una sconfitta di una partita contro un avversario
a un gioco on-line. Agli studenti cavia viene poi chiesto di dire se
le facce delle immagini sono facce di chi ha vinto la partita o di
chi ha perso la partita. - PiPs
a questo punto sta correndo dietro allo sfarfallio del monitor con un
retino di elettroni perché del quarto barboso esperimento gliene
frega quanto della densità pilifera sul dorso della mano di un
monaco buddista hawaiano che munge una capra tibetana (che poi i
monaci buddisti possono mungere le capre che poi si mungono le
capre?) sul cucuzzolo di un monte nepalese- Salta
fuori così, sorpresona delle sorpresone, che le facce dei 'posers'
che risultano vincenti sono quelle che imitano facce (sia vincenti
che perdenti) su corpi vincenti e che le facce dei 'posers'
che risultano perdenti sono quelle (ancora, sia vincenti che
perdenti) su corpi perdenti.
PiPs,
che ha appena trafitto lo sfarfallio con un ago di luce attaccandolo
a una bacheca di un entomologo su Facebook, dice facendo finta di
stare ancora ad ascoltare
– Bello bello capo, e quindi?
SM-
E quindi, PiPs, la morale della favola raccontata dalla ricerca da
Aviezer, Trope e Todorov è che la faccia non dà indizi utili quando
si tratta di distinguere emozioni forti nell'essere umano e che in
queste situazioni è il corpo a fornire le informazioni necessarie
per distinguere un'emozione dall'altra.
P-
Bello bello capo, e quindi?
SM-
E quindi i risultati dei nostri tre allegri amici psikos
contraddicono le predizioni dei modelli che oggi vanno
per la maggiore cioè i 'basic
emotion models'.
Secondo questi modelli emozioni intense attivano muscoli della faccia
il più possibile distinti così che le suddette emozioni siano
facilmente discriminabili l'una dall'altra e 'the
face, as a transmitter, evolved to send expression signals that have
low correlations with one another ... the brain, as a decoder,
further de-correlates these signals’
(4).
PiPs
adesso
sta giocando a nascondino con un pop-up-
Bello bello capo, e quindi?
SM
continua,
troppo preso dal ragionamento per accorgersi o curarsi del fatto che
PiPs fa solo finta di ascoltarlo-
E quindi i ricercatori al termine dell'articolo danno una possibile
spiegazione per il fatto che durante i picchi delle emozioni intense
le facce sono non-diagnostiche. Gli autori dicono che la spiegazione
sta nel fatto che i muscoli del viso non sono adatti a comunicare
emozioni violente e allora al viso succede quello che succede agli
altoparlanti quando la musica viene sparata a tutto volume: la
qualità del segnale emesso (espressione e suono rispettivamente) è
pessima e c'è un sacco di rumore di fondo.
P-
Bello bello capo, e quindi?
SM
si accende una sigaretta elettronica e accende anche la prima
web-radio che gli capita a tiro di url sorridendo divertito all'idea
che PiPs passerà i prossimi 2 post a dire ogni 1-2 minuti “Bello
bello capo, e quindi?” a una serie casuale di voci e canzoni...
FACT
SHEET (a cura di Gian Gianni Gné)
- Ci sono evidenze che supportano l'ipotesi di Darwin secondo cui le espressioni facciali non nascono come configurazioni arbitrarie utili alla comunicazione sociale, ma piuttosto si originano come alterazioni dell'interfaccia sensoriale (eg occhi e narici etc) in risposta al mondo fisico: “[...] Facial configurations associated with different emotional states would serve to alter the sensory systems whose receptors reside on the face augmenting or diminishing exposure to environmental stimulation.” Un esempio in tal senso è l'espressione facciale di paura. L'espressione di paura sul viso comporta maggiore apertura degli occhi, maggiore rapidità di movimento degli occhi, maggiore apertura delle narici e quindi maggior velocità d'ingresso dell'aria nel naso e nei polmoni. L'espressione di paura, insomma, potrebbe nascere come un riflesso involontario che porta ad un ampliamento del raggio visivo, utile per aumentare la capacità di rilevare potenziali pericoli, e alla preparazione a una reazione rapida e quindi più efficace a tali pericoli. (5)
*
Vedi
il pannello 'COMING SOON' del post precedente
**
Per
comodità, d'ora in poi, verrà scritto 'studenti' intendendo
'studenti e studentesse'.
3*
I Trekkie
sanno.
4*
Per comodità, d'ora in poi, verrà scritto 'tennisti' intendendo
'tennisti e tenniste'.
Summary
in Eng?ish
Welcome
back dear English
speaking/writing/thinking visitor! I'm happy you're here again. I'm
happy like the owner of the hand handling an ace of spade when it
meets other three of its kind inside a group of five over a green
round table. I'm happy like the first man on Earth who drank the
first sip of Prosecco, like the only fourth leaf in a clover field
with no sheeps or cows inside a radius of 100ks. I'm that happy that
you're here! Sooooo, dear English speaking/writing/thinking
visitor... why exactly are you here?
Ah
right, the summary, right right. Never thought to learn italian? Ok
ok, the summary.
The
paper is about a research done by 3 psychologists (Aviezer, Trope and
Todorov) who find out that “Body Cues, Not Facial Expressions,
Discriminate Between Intense Positive and Negative Emotions”.
That's it. It's all in the title. Really! Ok ok a little more
information. Uhmm, ok, listen, if you wonna know whether someone is
experiencing, for example, an intense pleasure or an intense pain,
well, you don't have to rely on the grimaces on his/her face, 'cause
face is, as the shrinks say in their paper, 'nondiagnostic' when it
comes to peaks of intense emotions. Rather, buddy, you've to look at
the 'body context'. Ok, to make a long story short just let's sum up
the experiments: bunches of dudes (aka BoD) watching bunches of pics
of bunches of people (aka bOp) experiencing pain, grief, joy, win,
defeat and pleasure. Pics are taken at the exact moment when bOp
experience those intense emotions. Ok, so the 3 psiko-scientists find
out that the BoD aren't able to get which kind of emotion is hitting
the bOp in the photos when the BoD watch pics of bOp's isolated
faces. Instead the BoD get which kind of emotion is hitting the bOp
in the photos when the BoD watch pics of bOp's isolated bodies.
That's it. More or less. Well, ok, 4 fancy experiments are
described in the paper and the authors talks a lot about 'basic emotion
models', 'dimensional emotion models' (contraddictred by the paper
data, by the way) and about correct rating of 'affective valence'
etc.
Anyway don't worry buddy, I've already told you the gist.
Anyway don't worry buddy, I've already told you the gist.
Now,
apologies dear English speaking/writing/thinking visitor, but I've
got to go and have a shower 'cause I kind of stink since I've
transpired a wild lot while writing both the post in italian and the
summary in this pathetic Eng?ish.
I
leave you with a citation from the paper, a citation about one of the
explanations the 3 researchers propose “to account for the
nondiagnosticity of intense faces": "[…] the facial musculature is not
suited for accurately conveying extremely intense affect. Much like
speakers blaring at maximum volume, the quality of the facial signal
becomes degraded and noisy”.
Take
care foreign visitor. Till next time!
SM
PS
Nope,
too tired for a good PS. Sorry pal!
ARTICOLO
RACCONTATO NEL POST
-
Aviezer,
H., Trope, Y., and Todorov, A. (2012). Body cues, not facialexpressions, discriminate between intense positive and negativeemotions. Science
338,
1225-1229.
BIBLIOGRAFIA
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Hamann, S. B., Ely, T. D., Hoffman, J. M., and Kilts, C. D. (2002).
Ecstasy and agony: activation of the human amygdala in positive andnegative emotion. Psychol Sci
13,
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2-
Seymour, B., Daw, N., Dayan, P., Singer, T., and Dolan, R. (2007).
Differential encoding of losses and gains in the human striatum. J
Neurosci
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4826-4831.
3-
Leknes, S., and Tracey, I. (2008). A common neurobiology for pain andpleasure. Nat Rev Neurosci
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4-
Smith, M. L., Cottrell, G. W., Gosselin, F., and Schyns, P. G.
(2005). Transmitting and decoding facial expressions. Psychol Sci
16,
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